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Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Torquato Tasso, aver ultimato La Gerusalemme liberata, il suo capolavoro, che piace molto al duca e ai cortigiani, ma che genera nel poeta un'insicurezza ossessiva tanto che si autodenuncia al tribunale del Santo Uffizio per paura di non aver rispettato l'ortodossia, TORQUATO TASSO si inserisce nell'elegante ambiente della corte di Ferrara, dove trova un impiego presso Alfonso II d'Este, nipote e successore di Alfonso I, al cui servizio era stato Ariosto, da una famiglia nobile, inserita nel circuito delle corti italiane in quanto il padre Bernardo è poeta e cortigiano presso la corte di Napoli prima, poi in quella di Urbino, TORQUATO TASSO rappresenta il modello esemplare dell'intellettuale e dell'artista manierista, nell'elegante ambiente della corte di Ferrara, dove trova un impiego presso Alfonso II d'Este, nipote e successore di Alfonso I, al cui servizio era stato Ariosto dove tuttavia si manifesta il suo malessere psichico, il modello esemplare dell'intellettuale e dell'artista manierista in quanto nella sua vita e nella sua opera rivela le inquietudini, la sofferenza interiore e la contraddittorietà che caratterizzano l'età della controriforma, si manifesta il suo malessere psichico già dopo aver ultimato La Gerusalemme liberata, il suo capolavoro, che piace molto al duca e ai cortigiani, ma che genera nel poeta un'insicurezza ossessiva, si autodenuncia al tribunale del Santo Uffizio per paura di non aver rispettato l'ortodossia e per quanto venga assolto, negli ultimi anni della sua vita lavora ad una radicale revisione del poema, che darà vita ad una nuova versione, pubblicata con il titolo di La Gerusalemme conquistata, nell'elegante ambiente della corte di Ferrara, dove trova un impiego presso Alfonso II d'Este, nipote e successore di Alfonso I, al cui servizio era stato Ariosto e dunque è per questa corte che scrive gran parte delle sue opere, adattandosi ai gusti che qui dominano, TORQUATO TASSO proviene da una famiglia nobile, inserita nel circuito delle corti italiane, il modello esemplare dell'intellettuale e dell'artista manierista in quanto se da un verso incarna perfettamente il ruolo del poeta cortigiano che sente la vita raffinata della corte come l'unica cornice in cui può operare, dall'altro mostra insofferenza e malessere nei confronti dell'ambiente, con le sue regole e i suoi obblighi, che sente opprimente e malevolo tanto da rifiutarlo a più riprese (gli episodi di pazzia e le sue continue peregrinazioni ne sono una dimostrazione), aver ultimato La Gerusalemme liberata, il suo capolavoro, che piace molto al duca e ai cortigiani, ma che genera nel poeta un'insicurezza ossessiva tanto che la sottopone al giudizio di alcuni letterati per paura di non aver rispettato i canoni classicisti, il modello esemplare dell'intellettuale e dell'artista manierista in quanto si dibatte tra continui dubbi e continue inquietudini, tra regole e trasgressione, si manifesta il suo malessere psichico che esplode una seconda volta nel 1579, dopo essere tornato a Ferrara e aver dato in escandescenze durante i festeggiamenti per le nozze di Alfonso II, la sottopone al giudizio di alcuni letterati per paura di non aver rispettato i canoni classicisti salvo poi rifiutare con rabbia le loro osservazioni, una seconda volta nel 1579, dopo essere tornato a Ferrara e aver dato in escandescenze durante i festeggiamenti per le nozze di Alfonso II e questa volta Tasso rimane 7 anni in una struttura per malati di mente (l'ospedale di Sant'Anna) e viene liberato solo per l'intercessione del duca di Mantova, si manifesta il suo malessere psichico che esplode una prima volta nel 1577, quando tenta di accoltellare un servo sentendosi spiato e il duca lo fa rinchiudere, ma il poeta riesce a fuggire e inizia a peregrinare per le corti italiane